Non mi propongo di raccontare tutto il cammino dell’ OFTAL nella nostra isola ma solo tracciare alcuni momenti significativi.
Ne 1955 per iniziativa dell’allora rettore della facoltà di teologia della Sardegna (a Cuglieri) Padre Boschi S.J., si fece il primo pellegrinaggio a Lourdes con la collaborazione dell’ Ordine di Malta che mise a disposizione i suoi aerei (Savoia Marchetti): si trattava di un piccolo drappello animato di seminaristi del seminario regionale e con l’assistenza medica della dr. Dora Pinna Fois e altri.
Decolli un po’ avventurosi dall’aeroporto di Alghero e rientro dopo 5 giorni.
Partecipanti circa 150 persone di cui 50 malati.
Negli anni successivi continuarono i pellegrinaggi in aereo sino agli anni sessanta. In questi anni il gruppo dei pellegrini sardi si unì di volta in volta ai gruppi diocesani del «continente» (Cuneo, Novara, Genova) con la preziosa collaborazione del marchese Cesare Cattaneo che fungeva da organizzatore e da guida del gruppo sardo. Pian piano il gruppo si infoltiva grazie all’attività e all’impegno di alcune volontarie (Mena Loche di Cuglieri, Maria Cambosu di Nuoro, Dora Pinna di Olbia, Padre Rocco di Cagliari e altri, sarebbe lungo elencarli tutti), ma ricordiamo don Gonario Cabiddu, assistente spirituale e parroco della cattedrale di Nuoro (scomparso prematuramente lasciando un grande vuoto) e mons. Ferrarsi che ci amava da buon papà perdonandoci per i nostri limiti, aumentando sempre più la dotazione di posti per il gruppo Sardegna. Un ruolo importante hanno anche avuto alcuni amici barellieri del «continente» che ci aiutavano soprattutto a Genova nel passaggio dei malati dalla nave al treno (Annaratone – Fra Lanfranco – Mario Cappi e soprattutto Gianni Basso che sino alla fine degli anni settanta ha sostenuto e guidato il pellegrinaggio sardo con entusiasmo e competenza. Infine i carissimi amici dell’OFTAL Milano, di Acqui, di Casale, ecc, ma soprattutto di Genova che ancora oggi si prodigano nell’accoglierci nel porto di Genova e accompagnarci nel trasferimento al treno (unico neo nel loro servizio è quello di «pretendere» il pagamento per il lavaggio delle lenzuola che ci serviranno per i malati durante il viaggio di ritorno!!!)
In quegli anni i partecipanti formavano gruppo al momento della partenza per Lourdes.
Persone provenienti dalle 10 diocesi dell’isola che si ponevano come unico desiderio quello di recarsi a Lourdes con gli ammalati per servirli e fare assieme una parte del cammino di vita cristiana, mentre durante l’anno ancora non si svolgevano le altre attività (in forma organizzata).
I partecipanti si incontravano solo il giorno della partenza, al porto di imbarco, con il gruppo degli organizzatori e con i malati.
All’inizio degli anni ’70 il gruppo sentì l’esigenza di darsi una prima organizzazione stabile e si ebbe la costituzione di un Consiglio Direttivo composto da un rappresentante di ogni diocesi, dagli assistenti spirituali disponibili a seguire il cammino del gruppo e da un rappresentante dei medici. A metà degli anni settanta, finalmente il primo pellegrinaggio tutto sardo.
Nel frattempo il numero delle dame, barellieri e sacerdoti che ripetevano ogni anno l’esperienza cristiana del pellegrinaggio a Lourdes, era aumentato e andava formandosi un gruppo di circa 300 persone, tra personale e ammalati, che si incontrava alcune volte prima della partenza o si spostava nelle diocesi per le varie giornate Lourdiane, feste patronali, pellegrinaggi Mariani, nei moltissimi santuari della Sardegna.
Nel 1985 il gruppo si costituiva in Associazione Ecclesiale, a carattere regionale, legalmente ed ecclesialmente riconosciuta, avente come presidente S.E. Mons. Melis Vescovo di Nuoro, come assistente spirituale e delegato del vescovo don Salvatore Biccai e coordinatore Mario Marini.
Già dal 1983 avevano sentito la necessità, oltre che il piacere, di incontrare in Sardegna il Presidente Generale per sentirci più vicini sul cammino da compiere.
Da quell’anno, tutti gli anni, il Presidente Generale, prima don Franco e ora don Paolo, percorre la Sardegna in lungo e in largo, visitando decine di ammalati nelle loro case, partecipando ad incontri diocesani e del Consiglio Direttivo per dare importanti consigli. A lui vada la nostra riconoscenza e il nostro ringraziamento mentre gli chiediamo perdono per il violento cambio di abitudini a cui lo sottoponiamo (pranzi alle 14, cene alle 23, spostamenti di centinaia di km ecc.).
Questi incontri ci hanno aiutato ad essere più attenti nel prendere coscienza di questa meravigliosa chiamata dal Signore, il quale per mezzo della Vergine Santa ci chiede di fare spazio nella nostra vita al servizio ai malati e alle preghiere.
Un personaggio molto importante nella vita e nello sviluppo dell’OFTAL Sardegna è stato per noi quel gran papà che risponde al nome di Pino (Reiteri): ci ha adottato, ci ha fatto gustare il piacere e l’utilità dello stage a Lourdes, ci ha risolto tanti piccoli problemi con amore e piena disponibilità.
Nel 1981 il gruppo, ormai sufficientemente cresciuto e maturato ha intensificato il proprio impegno attraverso momenti di incontro (vacanze estive, vacanze invernali, seminari di formazione sul volontariato, sul culto e sulla liturgia, ecc.). i contatti con gli ammalati sono diventati frequenti, con iniziative a carattere diocesano e regionale. E’ cresciuto soprattutto il desiderio di stare assieme, sostenerci reciprocamente, aiutarci anche per risolvere piccoli e grandi problemi.
E’ questo lo spirito con il quale anche oggi si vivono gli incontri e i rapporti personali: amicizia, solidarietà, stare insieme per godere di momenti di allegria, stare vicino a chi è in difficoltà, scoprire il piacere di pregare insieme, di studiare insieme, di prepararci insieme per il cammino della vita.
Da ormai diversi anni l’associazione OFTAL Sardegna è confluita nell’OFTAL «Associazione di culto e religione» come Sezione Sarda. La sezione si articola in sottosezioni ciascuna con un ampia autonomia organizzativa. Viene formulato un programma delle attività a carattere regionale e poi quelle a carattere diocesano o cittadino, i posti dei due pellegrinaggi vengono divisi tra le diocesi e in modo che chi non può partecipare al pellegrinaggio di Luglio può partecipare al pellegrinaggio di Settembre e viceversa.
Per i prossimi anni prevediamo di intensificare gli incontri di formazione, i seminari di studio, gli incontri di preghiera, ma soprattutto vogliamo impegnarci a metterci a disposizione dei malati negli ospedali, nelle loro case, negli ospizi. A scoprire e prendere coscienza delle nuove povertà, dei problemi dei tossicodipendenti e dei malati di Aids.
Percorsa la via di Emmaus e quella di Damasco chiediamo al Signore di assisterci mentre percorriamo la via di Gerico.